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martedì 14 febbraio 2023

RECENSIONE | "Come in alto, Così in Basso. Il sangue dei gemelli" di Gee J.R. Amery

Ciao, amico lettore, e buon— buon 14 febbraio. È un periodo della mia attività qui in rete in cui non ho tanta voglia di apparire in video. Sono spesso sfibrata dal desiderio di rinnovare quello che ero abituata a condividere e a preservarne i contorni come se non fossero trascorsi 12 e passa anni. Un desiderio che si auto-combustiona per la sua irrealizzabilità.
Allora voglio tornare a scriverti, come mi piaceva fare un po’ di tempo fa. Voglio tornare a leggere nel silenzio, senza sbandierarne in modo chiassoso i progressi, e a scrivere. 

Le autrici.

Quindi, recensione. Cominciamo da questo gioiellino. Come in Alto, Così in Basso. Il sangue dei gemelli di Gee J.R. Amery — sotto questo pseudonimo si nasconde l'identità di due autrici —, secondo capitolo dell'omonima trilogia. Del primo, puoi ascoltare la mia video-recensione su Instagram
Ci ho messo più del previsto a finirlo — sono rimasta una lumaca — ma è stata un'esperienza disarmante. Prendere atto di quanta ricchezza vi sia nella narrativa italiana, non solo in quella che riempie gli scaffali delle librerie e sulla quale investono gli editori più noti ma soprattutto in quella che si aggira nei quartieri della piccola e media editoria e/o dell'auto-pubblicazione, autorizza a sperare in un mondo in cui non siamo ancora pronti ad arrenderci, in un'umanità che crede fermamente nel potere delle storie e immagina. 
Se fai parte di chi nutre qualche diffidenza, ti invito con il cuore a sperimentare l'audacia e l'autenticità divampanti di questa serie per fugare ogni dubbio.

Titolo | Come in Alto, Così in Basso. Il sangue dei gemelli
AutoreGee J.R. Amery
Pagine | 420
Prezzo | 18,72 €

È disponibile, come il primo volume, in versione gratuita su Kindle Unlimited

La trilogia di “Come in Alto, Così in Basso” prosegue col secondo volume che vede lo sviluppo della collaborazione tra alcuni Arcangeli del Distretto per l’Equilibrio dei Mondi e tre demoni del Concilio Ristretto di Lucifer per abbattere lo stesso Sovrano e la sua dittatura. A mettere loro i bastoni tra le ruote ci sarà Zachary, un demone del fuoco nero con uno scopo preciso e terribile, che minaccerà l’incolumità di ognuno di loro.



Cos'è questo luogo in confronto al mondo intero?
— Zachary 


C’è questa “voce di corridoio” che vuole i sequel peggiori dei capitoli di partenza. Investe quel senso di delusione per non aver ritrovato le stesse atmosfere, gli stessi personaggi, le stesse emozioni. Ma. Esistono delle eccezioni e questo romanzo ne è un ottimo esempio.
Se ci eravamo lasciati alle spalle una situazione tragica, con la cattura degli arcangeli per ordine di Chris e la fuga di Zachary in possesso del Graal, qui le cose si complicano persino. Da subito. La sorte dei nostri amati eroi— Mathael, Raphael, Raziel, Uriel, Gabriel, Michael— viene sottoposta a processo e il tradimento dei demoni Odry, Satan e Belial minacciato non solo dalla furia di Lucifer ma soprattutto dall’incombere di nuove, sconvolgenti minacce. Nel primo volume abbiamo potuto curiosare nel passato di Odry— personaggio che in questo capitolo attraversa un’evoluzione sorprendente— ma è in queste pagine, mediante flashback e visioni, che le risposte si risolvono. Il suo spirito cede a un logorio dei pensieri e della carne che mette in agitazione il resto del gruppo, e questo perché il fuoco di cui è portatrice ha bisogno di potersi manifestare per non corroderle le forze. La separazione con Gabriel, poi, arcangelo a cui si sente legata, condiziona ulteriormente i suoi stati di malessere. I dubbi pervadono l’intero corpo delle vicende; perseguitano la mente di Belial, principe bastardo, figlio dell’Imperatore Lucifero, che si riscopre motivatore delle folle ma che forse non è ancora disposto a credere nelle proprie qualità. Tormentano Satan, altro personaggio di spicco, il cui vigore mostruoso ha finalmente la possibilità di mostrarsi— specie nei momenti più sanguinosi e sacrificali del romanzo— ma che regala anche istanti di profonda e commuovente empatia (con Mathael, per esempio, che gioia, e con gli altri rifugiati clandestini; o quando si ricongiunge con Belial e sorridente gli dice «È bello rivederti.»). Cassiel, ferito dal dolore dell’abbandono e della mancanza di fiducia da parte dei suoi compagni— di suo fratello Raphael più di tutti— che sceglie un destino a cui tu, lettore, non sei affatto pronto (uno dei momenti più strazianti del libro). Lucifer, la cui posizione cambia e diventa persuasiva persino per gli arcangeli, con i quali stringerà un accordo di pseudo-alleanza nello scontro decisivo, per raggiungere un obiettivo comune (o così pare). Sempre Lucifer che, nei capitoli conclusivi, rivela una parte di sé tanto inaspettata da provocare una sorta di paresi dei sensi; si è storditi dinnanzi alla potenza della sua verità e si ammira lo sforzo creativo compiuto dalle autrici per dare uno scopo e una genesi inusuali al personaggio.

Si rimescolano le carte e ciascuno pronuncia la nostalgia per un mondo diverso, il desiderio di una vita nuova, che ristabilisca la pace e restituisca ordine agli elementi del tutto. Si soffrono anche diversi sacrifici, perché non c’è vincitore che non sia disposto a perdere qualcosa per il bene collettivo; certo sopravvivono pure gli egoismi, l’arroganza e il giudizio di chi crede che il dominio dell’oscurità sia sempre da preferire a quello della luce, senza valutare l’eventualità di una convivenza. È un romanzo che indaga la volubilità dei rapporti, umani e non, la caducità dell’esistenza e il martirio dei sentimenti. Sviluppa un corollario di metamorfosi con una sapienza, un’attenzione e una consapevolezza sbalorditivi. Ogni personaggio conserva la sua natura e la completa. E parliamo di un’opera che di personaggi ne ha tanti. Davvero tanti. Nota conclusiva per Barakiel, che ero certa tornasse, e per Sandalphon, un nuovo ingresso. Due personalità che figurano in alcuni dei passaggi più emblematici della storia e che emanano un’autorità e una grandezza schiaccianti, alle quali sottomettersi. Resi con una minuzia descrittiva, fisica e caratteriale, suggestiva. La loro presenza impatta e agghiaccia. Soprattutto, poi, per la carica che ricoprono.
Perciò, ecco, non è così importante cogliere la “missione” che va ad aggiungersi al recupero delle reliquie di Cristo che ha interessato la prima parte di questa saga— c’è, ed è affascinante, soprattutto perché spiega il dono peculiare di Odry— quanto assistere al viaggio di trasformazione, riconoscimento e riconciliazione che ciascuno dei protagonisti affronta, costretto o no, per arrivare a comprendere senza più equivoci il significato di quel titolo lì: “Come in Alto, Così in Basso”. 

E, ragazze, questa trasformazione tocca anche la vostra scrittura, che continua a donare bellezza e precisione stilistica, che è sostanza visiva, interpretativa e corrosiva— quando vi accanite spietate contro alcuni personaggi, sigh!— del vostro tessuto narrativo. 
Occhio alla violenza di determinate scene; assolutamente contestualizzata ma ritengo opportuno avvertirti, amico lettore (le più brutali sono poste, a mio avviso, agli estremi del romanzo). 
Un grosso “pat pat” di incoraggiamento e di sostegno a Gabriel— come back, campione, vedrai che tutto si sistemerà— e un in bocca al lupo a me che devo ricostruirmi e rimettere di nuovo insieme i cocci del cuore.


A quando il terzo e ultimo volume?


VOTO FINALE

P.S. “Sei l’unico che voglio affrontare alla fine del mondo, fratello mio.”
Qui è dove mi avete uccisa.

Potete seguire le autrici sui loro profili social: Instagram e TikTok @geej.r.amery

2 commenti:

Grazia Ciavarella ha detto...

Ciao, Anita!
Che bello leggere una recensione scritta, proprio come un tempo! E che combinazione! Sto anch'io riprendendo in mano il blog, mi mancava.
Che dire: bentornata!
Non commento questo romanzo nello specifico perché non è il mio genere, ma continuerò (come ho sempre fatto) a seguirti (e a leggerti, of course!).

Justme_Anita ha detto...

Come un tempo, sì. Grazia, doppiamente felice io di ritrovarti nei commenti, di sapere che hai sentito l'urgenza di fare lo stesso, di rassettare il "nido". Le nostre casette sull'albero.