Oggi avevo intenzione di fare una videorecensione dedicata ad un romanzo fantasy di Licia Troisi, ma il tempo mi è scivolato dalle mani - come una saponetta da bagno - e l'ho perso di vista. Pazienza, la programmerò per domani.
In questo momento sto ascoltando un pezzo favoloso! Conoscete gli X-Ray Dog? E' un gruppo di compositori di musica da trailer. Tutta roba strumentale, potente, di quella che ti spacca il cuore con beat accellerati e violini pizzicati e cori di voci che recitano parole in latino che suonano come delle maledizioni. Insomma, adrenalina pura che ti schizza nel cervello e pompa energia nel sangue. Senti le vene pulsare in superficie, osservi quel blu livido e violaceo che batte sotto la pelle ed entri in contatto con il tuo essere più profondo e segreto. Percepisci le vibrazioni stringerti lo stomaco, avverti come delle spire attorcigliarsi intorno alle membra. La musica rompe gli argini dei pensieri e la mente straripa di una immaginazione caleidoscopica. Se chiudi gli occhi non vedi il buio, ma un arcobaleno di forza, desiderio e libertà. Allora sto ascoltando questi X-Ray Dog e penso alle parole di un autore che mi sono rimaste vive nel petto e nella memoria.
"Vedere il mondo in un granello di sabbia ed il cielo in un fiore di campo, tenere l'infinito nel palmo di una mano e l'eternità in un'ora"
William Blake. Un visionario, un genio incompreso che ha dato tanto al mondo, attraverso i suoi sogni di carta e parole, ma che ha scorto la luce della comprensione solo in lontananza. Io adoro questo poeta. L'ho adorato dal primo istante in cui mi è giunta alle orecchie questa sua meravigliosa citazione. Ho pensato che dovevo subito comperare qualche suo libro ed ho trovato solo un volume intitolato Visioni. Non ho esitato e l'ho portato a casa.
Leggendolo, ho scoperto una lingua nuova e ricca. Ricca di suoni, espressioni, accenti, sfumature. Una lingua ben distante dalla mia, che proprio per questo motivo è stata in grado di aprirmi gli occhi davanti alla bellezza oscurata dalle ombre dell'esteriorità.
Ragionate un attimo: e se il mondo fosse davvero racchiuso in un granello di sabbia?
Cosa farebbero le nostri grandi mani di quel piccolo chicco?
Avremmo la sensazione di essere Tutto, certo, ma ci sentiremmo allo stesso tempo Nessuno.
Il granello potrebbe sfuggirci via, spinto magari dal soffio del vento e trascinato in posti inaccessibili all'uomo. Potremmo perdere il nostro mondo, potremmo non essere più capaci di osservarlo dalla giusta prospettiva. E allora alzeremmo lo sguardo e l'immensità del cielo ci sovrasterebbe. Tremeremmo di paura di fronte alla sua maestosità, se non fosse che il cielo potremmo anche ritrovarlo in un delicato fiore di campo. Potremmo inalarne l'odore fino a riempirci i polmoni, fino a saziarci di indescrivibile dolcezza. Potremmo accarezzarne i soffici petali, avvicinare le labbra ad essi e lasciare impressi teneri baci. Stampi del nostro profumo che poi comparirebbero alla notte, come astri nascenti in cerca di compagnia. Ma dovremmo fare attenzione a non sfregiare quella perfezione semplice e naturale che è propria di un fiore; dovremmo prenderci cura della sua fragilità e dovremmo fare in modo che il vento non ne spezzi l'esile stelo. Se riuscissimo a mantenere in vita il nostro cielo, però, avremmo l'infinito nel palmo di una mano. Lo sentiremmo palpitare, infuocarsi, esplodere in mille onde di energia cosmica. E poi sentiremmo quella stessa energia percorrerci le dita, solleticarle e rinvigorirle. Sarebbe come una serie di piccole scosse. Piccole scosse d'infinito. E potremmo non preoccuparci più di nulla, potremmo non aver più paura della morte. Potremmo finalmente sentirci invincibili ed immortali. Ma i nostri occhi assisterebbero alla morte altrui e il dolore ci tormenterebbe allo stesso modo. Sul nostro viso fiorirebbero infiniti sorrisi e infiniti pianti. E sarebbe insopportabile. Allora ci dovremmo accontentare di una sola ora di eternità. Il tempo giusto, in fin dei conti. Quanto basta affinchè un granello di sabbia si finga mondo all'improvviso. Quanto basta affinchè un umile fiore di campo risucchi il cielo in sè. Quanto basta affinchè l'infinito si tenga in equilibrio sul palmo di una mano. Solo un'ora per capire chi siamo e quale sia la meta di questo nostro viaggio chiamato vita.
Buona notte, miei compagni Sognatori.
Anita
In questo momento sto ascoltando un pezzo favoloso! Conoscete gli X-Ray Dog? E' un gruppo di compositori di musica da trailer. Tutta roba strumentale, potente, di quella che ti spacca il cuore con beat accellerati e violini pizzicati e cori di voci che recitano parole in latino che suonano come delle maledizioni. Insomma, adrenalina pura che ti schizza nel cervello e pompa energia nel sangue. Senti le vene pulsare in superficie, osservi quel blu livido e violaceo che batte sotto la pelle ed entri in contatto con il tuo essere più profondo e segreto. Percepisci le vibrazioni stringerti lo stomaco, avverti come delle spire attorcigliarsi intorno alle membra. La musica rompe gli argini dei pensieri e la mente straripa di una immaginazione caleidoscopica. Se chiudi gli occhi non vedi il buio, ma un arcobaleno di forza, desiderio e libertà. Allora sto ascoltando questi X-Ray Dog e penso alle parole di un autore che mi sono rimaste vive nel petto e nella memoria.
"Vedere il mondo in un granello di sabbia ed il cielo in un fiore di campo, tenere l'infinito nel palmo di una mano e l'eternità in un'ora"
William Blake. Un visionario, un genio incompreso che ha dato tanto al mondo, attraverso i suoi sogni di carta e parole, ma che ha scorto la luce della comprensione solo in lontananza. Io adoro questo poeta. L'ho adorato dal primo istante in cui mi è giunta alle orecchie questa sua meravigliosa citazione. Ho pensato che dovevo subito comperare qualche suo libro ed ho trovato solo un volume intitolato Visioni. Non ho esitato e l'ho portato a casa.
Leggendolo, ho scoperto una lingua nuova e ricca. Ricca di suoni, espressioni, accenti, sfumature. Una lingua ben distante dalla mia, che proprio per questo motivo è stata in grado di aprirmi gli occhi davanti alla bellezza oscurata dalle ombre dell'esteriorità.
Ragionate un attimo: e se il mondo fosse davvero racchiuso in un granello di sabbia?
Cosa farebbero le nostri grandi mani di quel piccolo chicco?
Avremmo la sensazione di essere Tutto, certo, ma ci sentiremmo allo stesso tempo Nessuno.
Il granello potrebbe sfuggirci via, spinto magari dal soffio del vento e trascinato in posti inaccessibili all'uomo. Potremmo perdere il nostro mondo, potremmo non essere più capaci di osservarlo dalla giusta prospettiva. E allora alzeremmo lo sguardo e l'immensità del cielo ci sovrasterebbe. Tremeremmo di paura di fronte alla sua maestosità, se non fosse che il cielo potremmo anche ritrovarlo in un delicato fiore di campo. Potremmo inalarne l'odore fino a riempirci i polmoni, fino a saziarci di indescrivibile dolcezza. Potremmo accarezzarne i soffici petali, avvicinare le labbra ad essi e lasciare impressi teneri baci. Stampi del nostro profumo che poi comparirebbero alla notte, come astri nascenti in cerca di compagnia. Ma dovremmo fare attenzione a non sfregiare quella perfezione semplice e naturale che è propria di un fiore; dovremmo prenderci cura della sua fragilità e dovremmo fare in modo che il vento non ne spezzi l'esile stelo. Se riuscissimo a mantenere in vita il nostro cielo, però, avremmo l'infinito nel palmo di una mano. Lo sentiremmo palpitare, infuocarsi, esplodere in mille onde di energia cosmica. E poi sentiremmo quella stessa energia percorrerci le dita, solleticarle e rinvigorirle. Sarebbe come una serie di piccole scosse. Piccole scosse d'infinito. E potremmo non preoccuparci più di nulla, potremmo non aver più paura della morte. Potremmo finalmente sentirci invincibili ed immortali. Ma i nostri occhi assisterebbero alla morte altrui e il dolore ci tormenterebbe allo stesso modo. Sul nostro viso fiorirebbero infiniti sorrisi e infiniti pianti. E sarebbe insopportabile. Allora ci dovremmo accontentare di una sola ora di eternità. Il tempo giusto, in fin dei conti. Quanto basta affinchè un granello di sabbia si finga mondo all'improvviso. Quanto basta affinchè un umile fiore di campo risucchi il cielo in sè. Quanto basta affinchè l'infinito si tenga in equilibrio sul palmo di una mano. Solo un'ora per capire chi siamo e quale sia la meta di questo nostro viaggio chiamato vita.
Buona notte, miei compagni Sognatori.
Anita
4 commenti:
hai visto lara croft?? anche a me è piaciuta molto questa frase infatti la so a memoria non riesco più a scordarla!! ;)
buona giornata!!
Indovinato, Alessandra! E' stata proprio Lara a farmi scoprire questo autore meraviglioso! =)
William Blake. Un visionario che tiene l'infinito nel palmo di una mano. Bhe dovrò leggere al più presto qualche sua opera...
@Simone: sisi, te lo consiglio vivamente. ^^
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