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martedì 16 marzo 2010

Gabriele Picco - Cosa ti cade dagli occhi

Il pianto è il primo inno alla vita. Un bambino, quando nasce, piange. Strilla come un ossesso e versa calde lacrimucce, che in confronto al suo piccolo faccino sembrano gigantesche, perchè vuole manifestare la sua gioia. Perchè vuole mostrarci l'immagine della luce e del mondo riflessa nelle sue lacrime. Non è ancora in grado di parlare, sono i pianti a raccontarci i suoi pensieri. Nessuno, prima d'ora, aveva mai pensato di dedicare un intero romanzo alle lacrime. Gabriele Picco, però, non ha esitato. Ecco, allora, che il suo libro Cosa ti cade dagli occhi (Mondadori) confida al lettore un nuovo segreto: nelle lacrime ci puoi trovare tutto quello che provi e tutto quello che vivi. Sembra incredibile, vero? Eppure, dal modo in cui Ennio, protagonista di questa storia, ci racconta appare quasi una verità ovvia, naturale. Io sono rimasta davvero colpita da questo romanzo, perciò sono qui a consigliarvene la lettura. Alla prossima, amici!

Anita

P.S. forse più tardi pubblico un altro video per inaugurare la sezione Libro del mese...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Anita! grande scelta Delitto e castigo io a 15 lo ho già capito però ti avverto metà libro è sulle polemiche politico-economiche della Russia di metà ottoceto.Comunque è un libro moilto bello ma solo se lo si sa interpretare,ha una bellezza mutevole...e ti consiglio di non leggerlo tutto di un fiato.Leggi fai una pausa e poi riprendi.
Saluti Gabriel

ephorus ha detto...

ciao Anita! ti incoraggio su D & C. io l'ho letto due volte e lo considero ancora uno dei libri più belli che abbia mai letto. Confesso che rileggo spesso il dialogo finale tra Sonja e Raskolnikov: sono due anime eccezionali, di una tragicità unica. Non aver paura del numero di pagine (so che non ne hai...) nè del mito della pesantezza dei russi.

Buonanotte!

PS: grazie per Picco: lo avevo guardato con scetticismo, ora magari lo leggerò (anche se il mio preferito del momento è sempre D'Avenia...)

AnitaBook ha detto...

@Anonimo/Gabriel:anche un'altra persona mi ha detto la stessa cosa. Però, dai, imparerò qualcosa di storia/politica/economia russa dell'epoca. Certo è che le ambientazioni sono un tantino squallide. Percepisci un senso di malessere e degrado, le descrizioni di Raskòlnikov sono talmento vivide che ti vien voglia di tappare il naso sul serio per il tanfo che viene fuori dalle bettole. =P

@ephorus: ciaoooooooooooooo! ^^
Grazie per l'incoraggiamento, anche io sono stata subito colpita dalla psicologia di Raskòlnikov, sai? E' un ragazzo un pò tormentato, in cerca di risposte, caratterizzato da una profonda sensibilità nei confronti delle problematiche della vita umana, della società, della moralità dell'uomo. Pensa, riflette, medita, ipotizza, si angoscia. Ecco perchè, dopo aver letto i primi tre capitoli, ho avvertito una vaga inquietudine nel petto. Ma sono convinta che piacerà anche a me. Già lo chiamo Dosto. =P

P.S. prego per Picco: è un romanzo molto bello, sullo stile di Ale (anche se rimangono sempre due autori distinti, con una personalità propria e un estro proprio). E con questo voglio dire che le parole sono combinate per dare vita a dei suoni, a delle piccole poesie. :)

Anonimo ha detto...

Anita anche io lo pensavo ma poi dopo un po' che leggi ti abitui alle scene traumatiche...spero che tu metta una delle tue video-recensioni anche su questo bellisimo libro!
PS dove 6 arrivata fino ad ora?
Gabriel