« Vi erano in una città un re e una regina. Questi avevano tre bellissime figliole. Ma le due più grandi, quantunque di aspetto leggiadrissimo, pure era possibile celebrarle degnamente con parole umane; mentre la splendida bellezza della minore non si poteva descrivere, e non esistevano parole per lodarla adeguatamente ».
L'amore sceglie. Sorprende. Mai desiste.
Mi sono ricordata di una vecchia lezione scolastica, si parlava del mito di Amore e Psiche, tratto da Le Metamorfosi di Apuleio. Non ho una rimembranza chiara di quello che la professoressa disse al riguardo, ma posso rivivere quell'immagine stampata sul libro di testo. Una diapositiva ferma, immobile e allo stesso tempo dinamica, tangibile. Gli occhi me li rubò quel bacio. Sospeso, così prossimo, teso e struggente. Le braccia di lei, a cingere il capo di Amore, a carezzargli i riccioli morbidi. Come a voler fondere le dita, a sentirsi parte. Tutt'uno. Le linea del corpo, curva, in elevazione. Si sforza di arrivare al suo volto. E il capo piegato all'indietro, pronto ad accogliere quell'incontro di sentimento, quel sigillo potente che li avrebbe resi eterni e invincibili. Cupido, poi, tocca l'apice di capacità comunicativa. Come vorrei potervi concedere un ingrandimento, un particolare sul suo sguardo. Devoto, inchinato al cospetto della sua amata, incredulo di poter contemplare così straordinaria bellezza, raggiante e fedele. Sono qui, mia dolce, sono qui. Una mano a coprirle i seni candidi, senza violenza d'espressione, premuroso. Un'altra a sorreggerle il capo. Chissà come deve essere stato il suo tocco? Aveva le dita fredde? Sudate, tremanti? E i loro respiri? I loro silenzi simultanei carichi di messaggi sottesi, complici, destinati a viaggiare su lunghezze d'onda identiche? Canova ha plasmato la vita, non solo un blocco di marmo. Deve aver percepito qualcosa, forse. Deve aver assistito al dispiegamento di una rivelazione inaspettata, improvvisa e fugace. Ha fatto in tempo a catturarne i tratti essenziali e si è messo subito al lavoro. Vedete, soffermarsi a guardare opere come questa è come avere il privilegio di compiere un'esperienza sovrumana. Come cadere, scivolare in una dimensione onirica che rappresenta il sogno e la realtà insieme, l'incanto e il disicanto. Restando in piedi. Senza muovere un passo. Come riconquistare un pezzo di se stessi, come rendersi conto della sublimità intrinseca e generosa delle cose che ci circondano e che spesso ignoriamo. L'amore non si inganna. L'amore non si sfugge. L'amore vince tutto. Anche la fine. E si trasforma, sempre, senza mutare mai. Questa scultura ne è una testimonianza.
1 commento:
Come quando sto per ore e ore davanti a una tela, e non me ne staccherei mai... come l'arte, quando interpreta la realtà, e del mondo interiore diviene viva presenza...
Ahahahahah! scrivo con trasporto, non c'è che dire...;)
Un abbraccio, my dear friend!
Piercalogero
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