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sabato 3 maggio 2014

Recensione: IL VIAGGIO DI LILI E PO di Lauren Oliver. Una magica avventura all'insegna dell'amicizia e del coraggio, per non smettere mai di sognare.


Mattinata piovosa, quella di oggi, ideale per una recensione. 
Il romanzo di cui voglio parlarvi è una di quelle storie magiche e polverose che profumano di vecchie soffitte abbandonate, di cimeli dimenticati e incrostati di ruggine, di città fumose e viuzze affollate da gente poco raccomandabile. Una di quelle storie avventurose con le quali si va a letto quando si è piccoli, trascinati altrove dalla voce cantilenante di mamma e papà. 
IL VIAGGIO DI LILI E PO, questo è il titolo. Una pubblicazione Piemme per la collana Battello a Vapore, scritto dall'acclamata Lauren Oliver, autrice di successo della narrativa per ragazzi della quale sono stati pubblicati anche i volumi della trilogia DELIRIUM e lo YA contemporaneo E FINALMENTE TI DIRÒ ADDIO, tutti titoli consigliati. 

Pagg. 300, €16,00
Dalla morte di suo padre, la perfida matrigna di Lili la costringe a vivere relegata nella soffitta di casa. Una sera, però, dal buio appare un piccolo fantasma di nome Po e i due ragazzini fanno subito amicizia. Nello stesso momento, Will, un apprendista alchimista, scambia per sbaglio la cassetta che contiene il più potente incantesimo del mondo con quella delle ceneri del padre di Lili. L'errore di Will avrà incredibili conseguenze anche su Lili e Po, incrociando i loro destini e conducendoli in uno straordinario viaggio insieme.



RECENSIONE

È incredibile come certi libri riescano a prendere vita. Le parole si divincolano dalle pagine e balzano fuori acquistando una tridimensionalità, cosicché il lettore possa bearsi di una percezione sensoriale più intensa e realistica. 
È il caso di questo libello di qualche centinaio di pagine, rapido come una locomotiva in corsa ma forte di insegnamenti; capace di marchiare a fondo, insomma. 
I protagonisti sono molteplici, ma chi detiene il "comando" è una dolce orfanella di nome Lili, costretta a vivere in soffitta per volere della cattivissima matrigna — una grassona impiastricciata di trucco con un cuore duro e freddo come un blocco di ghiaccio — e afflitta dalla dolorosa perdita del suo adorato papà, ultimo dei due genitori a lasciarla. 
Lili è una ragazzina dalla fervida fantasia che ama disegnare, non solo per puro diletto ma piuttosto per trovare un po' di sollievo e inventare mondi dove tutto è concesso e dove lei è di nuovo libera. 
Libertà. Lili non conosce più il significato di questa parola, non ricorda più la sensazione che si prova a star fuori in mezzo alla gente, a mangiare cibi veri e sostanziosi — e non quell'orribile poltiglia di avanzi che le domestiche le servono ogni giorno —, a respirare aria fresca e pulita, a correre e giocare spensieratamente insieme ai suoi coetanei. Lei è come Raperonzolo nella sua torre di pietra. L'unico scorcio di mondo esterno glielo regala la finestrella della sua stanza, dalle imposte scorticate e i vetri sporchi, quindi non esattamente una bella visuale. 
Finché, però, non le capita qualcosa di sconvolgente che cambierà per sempre il corso del suo destino. 
E qui entra in scena il secondo protagonista: Po. 
Po non è un bambino normale, perché non ha né corpo né vita. Perché è un fantasma. Simpatico, tenero, curioso, birbante, affettuoso e altruista, gli si vuole subito un gran bene, da quando fa la sua prima comparsa spaventando a morte la povera Lili. 
La descrizione della sua figura inconsistente, del suo strambo modo di esternare le emozioni — per esempio con luccichii o vapori vari — è una componente davvero innovativa che consegna al personaggio una caratterizzazione psicologica profonda, pregna ancora di una sebbene vaga umanità. Interessante anche la morfologia dell'Altrove, imperscrutabile focolare di anime defunte, con le sue meccaniche ignote eppure tanto ovvie agli occhi del giovane spettro. 
L'autrice ammanta la questione di mistero e ciò le è vantaggioso in un duplice modo: a)il lettore sarà sempre curioso di sapere, di sbirciare quanto più possibile, senza ottenere mai una panoramica completa e dettagliata; b)le vicende, in questo modo, non rischiano mai di inciampare nelle banalità più abusate e deleterie ma preservano e, anzi, alimentano il loro fascino. 
Lili e Po stringeranno un'amicizia potente e leale, e insieme decideranno di affrontare un viaggio per permettere allo spirito inquieto del padre della ragazzina di sganciarsi una volta per tutte dal limbo tormentoso in cui è prigioniero e conquistare la beatitudine del cuore. Peccato solo che dovranno vedersela con un alchimista arrogante e mattacchione e una specie di megera — più arcigna persino della matrigna bisbetica — fissata per gli incantesimi e le arti oscure, entrambi intenti a recuperare un bauletto dall'aria piuttosto modesta al cui interno, però, è racchiuso un sortilegio letale. Il più letale al mondo. 
Frutto di un terribile scambio, infatti, questo bauletto si scoprirà essere finito nelle mani di Lili, certa di trovarvi le ceneri del padre. 
A commettere lo sbaglio, un piccolo garzone, assistente dell'alchimista e succube delle sue maniere rozze e autoritarie, che, durante un giro di compere e commissioni, entrato nella bottega di un mercante assai inquietante specializzato in della roba che vi farà accapponare la pelle, stanco per essersi svegliato presto e infreddolito finirà per addormentarsi sul banco da lavoro dove era stata posata la cassetta con le ceneri del padre di Lili, uguale in tutto e per tutto al bauletto consegnatogli dall'alchimista. 
Un bel problema, non c'è che dire. Scatenerà un gigantesco pandemonio e tesserà una trama talmente fitta e intricata che a un certo punto vi verranno i capelli dritti in testa. Ma vi divertirete. Oh, eccome se lo farete. Seguirete le rocambolesche avventure di questi giovanissimi e intrepidi eroi e capitolerete dinnanzi alle scene più tristi e commuovente, così come vi spancerete a quelle più esilaranti. Vi accorgerete anche che l'assistente dell'alchimista aveva sempre avuto una cotta per l'incantevole Lili, la ragazzina che lui osservava ogni volta che percorreva la strada dove lei abitava e che vedeva china su qualcosa, col lume a baluginarle accanto sfiorandole il viso angelico. 
Desidererete molte cose, leggendo questo libro. Poter rivedere i vostri cari, per esempio. Io l'ho provato l'impulso. Mi è partito dal petto, come un brivido, e mi è risalito lungo tutto il corpo. Ha ridestato un mucchio di ricordi che credevo sopiti ormai. 
La scrittura della Oliver, che ancora una volta risplende di una nitidezza comunicativa straordinaria, calda e avvolgente, carezza le corde interiori più intime attraverso la semplicità di un romanzo che guarisce la sofferenza di un dramma, vissuto poi a un'età così tenera, mediante l'inspiegabile e l'immaginifico, oltre che a un pizzico di sana spavalderia. 
Lili è un'eroina coraggiosa che non vuole dimenticare il passato e che si serve di esso per opporsi alle ingiustizie e ai soprusi per riappropriarsi della vita, per tornare a essere una ragazzina felice. E l'espediente magico favorisce questa ricerca, la rende epica al pari delle imprese dei valorosi condottieri divenuti poi leggenda, mito. 
Alla fine, quando chiuderete il volume, vi attraverserà il pensiero che in realtà si sia trattato di una storia quasi inconcludente, molto povera di contenuto, ma state certi che il giorno dopo avvertirete quella punta di nostalgia tipica di quelle letture dalle quali è difficile separarsi. 
Non sarà un capolavoro, ma è un buon libro. Un buonissimo libro. 
Perciò, sì, ve lo consiglio. Anche solo per estraniarvi un paio d'ore e sentirvi un po' meno oppressi da affanni e apprensioni. 
Almeno qui a perseguitarvi saranno fantasmi allegri e del tutto innocui. 


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