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domenica 13 dicembre 2015

Le cose che piacciono a me

Inizio a scrivere questo post che non so nemmeno come andrò a intitolarlo.

Ho messo un pentolino sul fuoco, aspetto che l'acqua raggiunga la temperatura giusta e poi ci verserò dentro pezzetti di mela essiccata e cannella in scaglie. Il risultato sarà la mia tisana preferita, quella che ho scoperto mi aiuta a ritrovare i pensieri quando si perdono lungo la via. Può capitare, naturale, specialmente quando ci si sente oppressi da tristezze e malumori vari, perciò è un bene concedersi un attimo per porre attenzione sul respiro e gustarsi una delle nostre piacevolezze da strapazzo. Libri, musica, cibo, danza, giochi… tutto è ideale, tutto è perfetto!
 
Forse aprirò un account Instagram, sapete? Va di moda, sì, ma è come se per qualche strano motivo dovessi esserci lì, come se fosse importante anche per me scansionare la vita in istantanee dai colori corretti e dal contrasto accentuato e condividerle senza troppi fronzoli verbali. Una didascalia incisiva, questo è, questo ho fatto, in questo credo, e punto. In fondo farei uso della rete per comunicare esperienze di gioia e felicità, mica altro. 
Vedremo. Per adesso lascio che l'idea mi frulli. 

Sto imparando a osservarmi intorno con occhi diversi e la verità è che quasi tutti i muri delle mie convinzioni stanno venendo giù, radendo al suolo ogni credenza radicata. Ma è positivo, badate, perché per la prima volta riesco a riconoscere le mie emozioni e a gestirle senza perdere il controllo (a eccezione dell'istinto, lui entra in scena senza annunciarsi, si sa). Mi accorgo delle reazioni della gente a gesti e parole, alla loro routine di pensieri, sintonizzati sempre sulla stessa frequenza vibrazionale del “non ce la faccio” e “non sono abbastanza in gamba” e “non conquisterò mai i miei sogni”. A malincuore constato che molta povertà nasce da un'aridità di sentimenti, da un'atrofia del cuore, e che molta gente non è più disposta a sviluppare energie positive, radianti, amorevoli, al servizio di prosperità, rispetto e bontà. Così proprio qualche giorno fa ho detto a me stessa, in uno dei miei consueti dialoghi interiori: «Ehi, Anita, perché non provi, nel tuo piccolo, nel tuo quotidiano, a smuovere la situazione?». E subito dopo è successa una cosa sorprendente e meravigliosa insieme. Mi sono seduta alla scrivania, davanti al mio fedele PC, e ho cominciato a riguardarmi tutti i vecchi video del blog, salutando la me goffa e tanto simpatica di un po’ di anni fa. Ho letto e riletto commenti di amici che hanno segnato il mio percorso, che hanno formato la mia persona e che non potrò mai dimenticare, e d'improvviso si è acceso come un fuoco nel mio petto. Ho compreso la ragione delle mie promesse non mantenute, di quei miei desideri espressi con estremo entusiasmo e poi puntualmente disattesi. Ero la prima a non crederci seriamente. A non credere che avrei potuto rimediare, che sarei stata capace di recuperare tutti i silenzi e le vostre aspettative. Troppo semplice? Eppure è proprio così che funziona. 

Corro a prendere la mia tisana. È pronta e super odorosa. 

La morale della favola è che non abbandonerò mai i libri, miei compagni fidati, né la scrittura, ispirazione delle mie giornate, né la musica, virtù del mio DNA, né le amicizie, la famiglia, il mio grandissimo amore, la bellezza tutta, la vitalità, la voglia di dare il massimo e di pormi nuovi obiettivi. E soprattutto, la morale della favola è che continuerò a fare tutto questo con uno spirito davvero fiducioso e operativo, apprezzando il mio essere istante dopo istante e con esso tutti i generosi doni ricevuti. 

Perché solo così si compiono miracoli. 

1 commento:

Angolo ha detto...

In fondo hai perfettamente ragione... Arrendersi al mondo che si muove attorno a noi e convincerci di non potercela fare è tipicamente umano. Ma è tipicamente umano e sbagliato non smuoversi e non agire, è tipicamente umano e sbagliato abbandonarsi alla corrente e farsi trasportare, con la convinzione che una foce alla fine del tutto ci sarà sempre. Ma non è affatto così. E tu, con questo breve post, ma corposo di riflessioni, hai aperto gli occhi rendendoti conto della corrente e con te anche noi lettori, gli occhi li abbiamo spalancati... E te ne siamo debitori.