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sabato 6 febbraio 2010

Vivere per morire. Morire per continuare a Vivere.

I figli lo sanno. Prima o poi, ogni genitore muore. Prima o poi, muoriamo tutti.
Tuttavia, pur sapendolo, non siamo mai abbastanza pronti. Releghiamo il pensiero ad un angolo piccolo e stretto della nostra giornata, finendo col dimenticarci di esso. Lasciamo andare il tempo, chiudendo gli occhi di fronte a ciò che non ci interessa, sospirando mestamente per qualche amico desolato, per qualche conoscente afflitto.
Credendo che mai e poi mai possa accadere una cosa del genere anche a noi.
Ma la vita è una sola e quando finisce non c'è possibilità di tornare indietro. Non c'è verso di chiudere gli occhi e fingere di non vedere. Non c'è modo di portare il nastro del tempo a qualche giorno prima, per tirare fuori quel pensiero esiliato e farsi pronti all'impatto con la dura realtà. Avremmo dovuto rifletterci quando ne avevamo l'occasione, tramutando quella paura - forte e dolente - della morte in un sereno e fiducioso abbandono nel dopo. Vivere per poi morire non sembra una prospettiva allettante. Si vorrebbe vivere per vivere, in eterno, privati di ogni male. Ma una vita eterna è una non-vita. Il sapore di una conquista, il profumo di una vittoria, le gioie di una fanciulezza che ritorna alla vecchiaia, l'amore profondo e vero che solo di fronte alla mortalità si riesce a percepire e a donare, il ricordo imperituro degli antichi padri e delle antiche madri, il passato, la storia che siamo stati e che saremo - e che i nostri prossimi erediteranno - non avrebbero più la loro ragione d'essere. L'uomo congelerebbe i sentimenti e godrebbe di un'esistenza senza mete, dilatata nello spazio e nel tempo ma imprigionata nella sua scialba apatia e monotonia. Perciò si vive per morire. E bisogna esser grati di questo, indipendentemente dal proprio Credo o dalla propria Fede. Anche morire è un traguardo importante: hai dato tutto alla vita e adesso è la vita a ringraziarti e a ricompensarti donandoti il Cielo. E' lassù che si continua a respirare. E' lassù che si continua ad amare, diventando custodi dei Sogni e delle Speranze di Qualcuno. Il corpo si deteriora, certo, ma l'anima resta. L'anima si eleva a spirito e aggiunge alla notte una stella in più. La morte non deve terrorizzarci, perchè anche se dolorosa e triste ci guida verso la pace assoluta. Verso la libertà e la gioia di andare incontro a Qualcosa o a Qualcuno che ci attende ansioso a braccia aperte.


Dedicato ad un'amica, che stanotte vedrà brillare la sua mamma insieme alle altre stelle del firmamento.

4 commenti:

Fede ha detto...

La verità è che non si è mai pronti alla morte. Non parlo della nostra morte, parlo di quella di un parente, un amico. Non si è mai pronti, mai.
Bellissime parole comunque.
Grazie, Anita.
Fede

Unknown ha detto...

Le tue parole sono sicuramente un balsamo per tutti coloro che hanno perso qualcuno di molto caro e non riescono a farsene una ragione. Il dolore non deve mai essere disperato ma fiducioso che da lassù chi abbiamo amato tiene il filo dell'amore che ci ha legato e non lo lascerà mai.

Unknown ha detto...

le tue parole sono sicuramente un balsamo per tutti coloro che soffrono per aver perso una persona cara. Sono convinta che il dolore non deve essere mai disperato, ma fiducioso che da lassù chi abbiamo amato tiene il filo dell'amore che ci ha legato e non lo lascerà mai.Con affetto Gabry

Simone ha detto...

"Ma una vita eterna è una non-vita"

Esatto...