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venerdì 2 luglio 2010

Pennacchi vincitore del Premio Strega


Ebbene si, niente Avallone. Il Premio Strega, quest'anno, se lo aggiudica con 133 voti Antonio Pennacchi e il suo Canale Mussolini (Mondadori, 460 pagine). Nato a Latina e operaio in fabbrica fino ai 50 anni, si è già imposto nel 2003 con un romanzo di successo, I fasciocomunisti, che è poi diventato un film di altrettanta fama: Mio fratello è figlio unico. L'autore ha dedicato la vittoria alla sua nipotina in arrivo e al fratello e ha asserito di praticare il mestiere dello scrittore con serietà, professionalità e passione. Mi limito a riportarvi la notizia perché ammetto di non aver letto il romanzo, però ve ne lascio la trama di seguito. Una cosa è certa: oggi fanno festa a casa Mondadori.




Canale Mussolini è l'asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalypti immensi che assorbono l'acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. E poi c'è lei, l'Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l'eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà.


2 commenti:

Allegra ha detto...

Io tifavo Acciaio...e va bè :(!

AnitaBook ha detto...

Ma infatti tifavano tutti per lei...