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mercoledì 6 ottobre 2010

Mio figlio mi ha aggiunto su Facebook di Alessandro Schwed


Volevo segnalarvi questo romanzo, davvero accattivante, di Alessandro Scwed: Mio figlio mi ha aggiunto su Facebook (L'Ancora del Mediterraneo). Già il titolo è un promessa di divertimento, sano umorismo e inalterata realtà. Mi ha colpito la trama, anche se puo' sembrare qualcosa di "già letto", incentrata sul rapporto tra genitore-figlio, due generazioni messe a confronto, a mio parere complementari, che si parlano attraverso uno scambio di idee all'apparenza in antitesi. Poste, quasi, su orizzonti lontani e inavvicinabili. Una trasformazione della propria identità, quella del figlio ormai cresciuto, e una sconcertata reazione da parte del padre, ancorato ad un'immagine sbiadita del proprio ragazzo. Ci sono le domande, il desiderio di trovare risposte, i dubbi e i vacillamenti, le occhiate indagatrici, il tentativo di sondare una mente chiusa a chiave e con catene di ferro tutt'intorno. Ma un modo esiste, forse, per capire e per capirsi, ed è un metodo semplice e infallibile. Si chiama "cuore".




Titolo: Mio figlio mi ha aggiunto su Facebook
Autore: Alessandro Schwed
Editore: L'Ancora del Mediterraneo
Prezzo: 14,50 €
Pagine: 192


Trama:
Due anni fa è accaduto qualcosa al bambino che tredici anni prima, uscito di sala parto, aveva immediatamente preso in consegna il mio pollice, stringendolo come fatale proprietà nel palmo della sua mano minima e grinzosa. Due anni fa ci è entrato in casa un ragazzo lungo e magro, un allampanato bucaniere con la chitarra elettrica, di piedi il quarantacinque, e ha sostituito nostro figlio. Il nuovo ragazzo prende i pasti separatamente e ha la voce come il sax di Coltrane. Come tutti, sapevo che questa trasformazione, a un tratto, sarebbe avvenuta, ma anche se mi imbarazza dirlo, credevo fosse come mettersi una camicia nuova. Non capivo perché un bambino buono e gentile improvvisamente divenisse un orso bruno. Ricordo bene, Tutto è cominciato così. Sono le otto di domenica sera. È inverno. Guardiamo un confortante telefilm del tenente Colombo. La casa è placida. Nel buio, nostro figlio scende dal soppalco e la sua voce cala su di noi.
“Babbo?”.
“Sì”.
“Mamma?”.
“Dimmi…”.
“Vi odio”.

Un autore, che ha fatto della lingua la palestra della derisione e della presa in giro, ha deciso di guardarsi allo specchio per vedervi proiettato in esso un numero infinito di altri genitori e di scrivere tanto un romanzo quanto una verità su un tema condiviso da migliaia di famiglie: lo tsunami dell’adolescenza che arriva inaspettato.