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venerdì 17 dicembre 2010

La scelta




Tutto rosso.
L'alberello di Natale che mi accoglie all'ingresso della libreria è tutto decorato di rosso. Fili di perline intorno ai rami, palline sfavillanti, pupazzi e finte leccornie. A vederlo si ha voglia di stringersi le braccia al petto e sospirare, come ad abbracciare il proprio cuore, a riscaldarsi di felicità. Mi piace. Entro con un sorriso. Accipicchia, quanta gente! Quasi non ci credo, gli occhi mi si riempiono di gioia e lacrime. C'è chi sta esplorando gli scaffali della narrativa classica, qualche tragedia di Shakespeare in mano, una versione sottilissima del Don Giovanni curata da Alessandro Baricco, un volume grosso quanto un mattone contenente tutte le opere di Tolstoj. C'è chi contempla gli scaffali della narrativa contemporanea, uno sguardo attento sull'ultimo romanzo di Dacia Maraini, la mano che sfiora il dorso della nuova fatica di John Grisham, un guizzo di dolcezza quando gli occhi si posano sulla copertina tenerissima di Cleo. E poi ci sono io. Io che mi rifugio nel reparto che preferisco, che ogni volta mi attende. Quello del fantasy, del sogno sospeso su ragnatele di zucchero filato e rubini. Un mondo in un mondo. Una lampada magica da sfregare con gli occhi per far uscire fuori il genio dell'immaginazione, sempre pronto a suggerirti storie meravigliose, castelli incantati, incubi dai quali risvegliarsi e passioni struggenti da coronare. Ci sono i vampiri, le streghe, gli orchi, le fate, i licantropi, gli angeli, i demoni e i prodi condottieri. Come la casetta di marzapane nella fiaba di Hansel e Gretel, c'è da leccarsi i baffi di fronte a tanta golosità letteraria. Cosa scegliere? Su cosa soffermarsi? Chiudi gli occhi, mi sussurra una vocina nella testa. Chiudi gli occhi e ascoltaci. I libri parlano, non c'è da stupirsi. Io li sento. Il nostro è un legame spesso come fil di ferro a recintare un confine, un territorio privato, intimo, non accessibile a tutti. Il libro è un forziere del tesoro, una scatola dei segreti, un'imbarcazione pronta a salpare. Ti tende una mano, ti domanda se vuoi salire a bordo, ti promette avventura, emozioni e brividi. Ad una condizione: devi lasciarti andare. Devi abbandonarti alle onde, ricevere la magia, tuffarti a capofitto. Devi crederci. Apro gli occhi, mentre l'incantesimo scorre in me, nelle vene e nel sangue. Inspiro e allungo una mano. Scelgo. Boooom! Un'esplosione, in fondo al petto. Fuochi d'artificio che salgono in gola, percorrono le vie dei pensieri e celebrano il momento. Quella scintilla, quel fuoco che si alimenta e accresce le sue fiamme. La sensazione è indescrivibile. Ogni volta più forte, ogni volta come se fosse la prima. La scelta. Non un semplice gesto della mano, non un dovere né un automatismo. La scelta. Un incontro. Come dire ciao, come dire ci conosciamo?, come dire amami, come dire vivimi, come dire vuoi essere mio amico?. La scelta. Anche oggi, ho fatto la mia.



4 commenti:

Sara.88 ha detto...

Hai fatto uno stupendo articolo!! Mi piacciono le tue metafore e soprattutto le parole che hai usato per descrivere il mondo del fantasy che in tanti invece reputano per ragazzini!
Complimenti! ;)

Unknown ha detto...

che carina che sei :)

Anonimo ha detto...

Mi piace questa descrizione Anita... così sei tu in pieno!
Un abbraccio

Piercalogero

Anonimo ha detto...

E non ci vuoi proprio dire quale "amico" hai scelto? :-D

Emy