Io non ho parole.
Quando leggo notizie del genere, non ne ho mai.
VENEZIA. Il responsabile Cultura della Provincia: «Via dalle biblioteche le opere degli scrittori che firmarono per Battisti».
La cosa peggiore è che la notizia sia passata quasi inosservata. D’accordo, se ne sentono tante e che al peggio non ci sia mai fine non è più solo un luogo comune. Ma quando leggiamo che un assessore alla cultura stila la lista di proscrizione dei libri non possiamo non pensare alla Notte dei Cristalli. è una notizia che fa paura. Viene voglia di ignorarla, di classificarla come una delle tante “sparate mediatiche” di questo sfinente e mortificante dibattito politico. Siamo tentati di riderci sopra. Magari confezionarci qualche facile battuta. Ma sarebbe un errore gravissimo perché dalla storia dovremmo aver imparato che le dichiarazioni di chi sta al potere vanno prese sempre per oro colato e non possono mai essere liquidate come gli sproloqui del pazzoide di turno. Le persone abituate a riflettere hanno la tendenza a sottovalutare il peso degli ignoranti e degli stupidi.
Eppure le tante dittature che abbiamo visto al mondo ci insegnano che essere ignoranti e stupidi, e possibilmente pure un po’ carogne, aiuta a scalare la piramide del potere. La cultura non ti è alleata se vuoi combattere la democrazia. Svuotare le biblioteche dei libri “sbagliati” è una operazione che i dittatori – nessuno escluso - hanno sempre effettuato. Pretesti, se ne trovano a iosa. C’è sempre qualche “complotto ebraico” che ti viene in aiuto. Perché il punto focale di questa storia non è il caso Battisti e l’opinione che ciascuno di noi ne ha. Leggiamo cosa ha dichiarato l’assessore alla cultura della provincia di Venezia, Raffaele Speranzon, la scorsa settimana: «Scriverò agli assessori alla Cultura dei Comuni del veneziano perché questi scrittori siano dichiarati sgraditi e chiederò loro, dato anche che le biblioteche civiche sono inserite in un sistema provinciale, che le loro opere vengano ritirate dagli scaffali: è necessario un segnale forte dalla politica per condannare il comportamento di questi intellettuali che spalleggiano un terrorista. Chiederò inoltre di non promuovere la presentazione dei libri scritti da questi autori: ogni Comune potrà agire come crede, ma dovrà assumersene le responsabilità».
Le persone sgradite a Speranzon (politico di lunga data, oggi del Pdl, prima Alleanza nazionale, prima ancora fascista dell’Msi) sono tutti gli scrittori che hanno firmato nel 2004 la petizione per la liberazione di Cesare Battisti. C’è gente del calibro di, ne citiamo solo alcuni, Tiziano Scarpa, Valerio Evangelisti, Massimo Carlotto, Daniel Pennac, Nanni Balestrini, Giuseppe Genna, Lello Voce, Pino Cacucci, Giorgio Agamben, Girolamo De Michele, Vauro, Sandrone Dazieri, Gianfranco Manfredi, Stefano Tassinari. Vien da chiedersi cosa intenda Speranzon quando minaccia i bibliotecari che non si allineano e che dovranno «assumersene le responsabilità». Togliere i fondi che già non ci sono (“finanziamenti alla cultura” nel Veneto significa pagare manifestazioni come “la festa dello spritz padano” o la “sagra dei cacciatori”)? Oppure ci manda direttamente gli squadristi con olio di ricino e lanciafiamme? Come dicevamo, quello che più preoccupa è che sono stati pochissimi ad indignarsi per questo rogo di libri tutt’altro che simbolico e sarà presumibilmente esteso a tutto il Veneto per merito dell’assessore regionale Elena Donazzan.
Un’altra che ha fatto lo stesso percorso politico di Speranzon - fascio Msi, An e Pdl - e che da ragazzina devastava e “svasticava” le biblioteche delle scuole vicentine. Non sappiamo quanto resisteranno (è proprio il caso di usare questo verbo) i responsabili delle nostre biblioteche, ma certo nelle sale di lettura sotto casa e negli scaffali delle scuole troveremo ancora il Mein Kampf - ed è giusto così – ma imbattersi in un titolo del mio amato Cacucci diventerà un terno al lotto. Questo, va detto chiaro, significa già regime. Trattandosi di Speranzon, ci aggiungiamo pure regime fascista. Ultima nota. A benedire il rogo ci ha subito pensato Franco Maccari, segretario del sindacato di polizia Coisp, che ha invitato a non comprare le opere degli autori sgraditi commentando: «Il nostro Paese ne esce con le ossa rotte sul caso Battisti. L’aspetto più grave è che sia stata messa in dubbio la democrazia in Italia». Vien da chiedersi come mai.
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