Con tutto il rispetto per James Joyce, oggi Isaac Asimov avrebbe compiuto 100 anni — o forse 100.000, chi può dirlo. Non era sua la teoria della simulazione dei mondi?
La fantascienza, con tutti i suoi affluenti, è una materia che mi sono ripromessa di approfondire in questo 2020 appena cominciato. Insieme alla fantastica, si intende.
Non perché voglia trasformarmi in una purista del genere — mi salgono sempre i brividi a pronunciare quella parolina lì — quanto piuttosto perché ho voglia di mettermi in viaggio e sfidare l'ignoto delle galassie più sperdute, a bordo di un'astronave o di un unicorno-ologramma — che sarebbe assai più divertente.
Qualche giorno fa la Oscar Vault Mondadori ha annunciato la pubblicazione di un'edizione titan dell'intera saga della Fondazione. Il piano dell'opera comprenderà:
- 1. Preludio alla Fondazione
- 2. Fondazione anno zero
- 3. Prima Fondazione
- 4. Fondazione e impero
- 5. Seconda Fondazione
- 6. L'orlo della Fondazione
- 7. Fondazione e Terra
La copertina — la cui grafica promette un'esperienza sensoriale di alto livello — è stata realizzata dal designer londinese Jamie Keenan.
Non è tutto. Isaac godrà di un'ulteriore ristampa — sempre per conto della formidabile equipe Mondadori — dei suoi cicli antologici, ripartita in cinque volumi che seguiranno una pubblicazione cronologica e il cui concept grafico sarà curato dall'illustratore e fumettista Lorenzo Ceccotti.
Affermare che sia stato soltanto uno dei padri fondatori della fantascienza sarebbe una mezza blasfemia e si verrebbe puniti per l'imprudenza. Asimov era prima di tutto uno scienziato, una mente al di fuori dei confini visibili, dei numeri, della coscienza. Ha scritto di politica, di sociologia, di avveniristica, prediligendo forme narrative che sfuggono alle definizioni ma che, allo stesso tempo, risiedono in una geografia ben chiara, dai contorni netti. Facili da ricondurre alla sua penna.
Non prendetemi alla lettera, però. Non adiratevi se la vostra idea di questo grande e grandioso autore è esattamente opposta alla mia. Sforziamoci di considerare il mondo un posto piacevolmente e giustamente diverso, per una volta. Pieno di realtà e di finzioni insieme. Un inconcepibile mistero, al cui fascino ciascuno regala il suo contributo.
Quello di Asimov, sicuramente, lo è stato.
Ed è un caso, secondo voi, che domani ricorra quello di Tolkien?
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