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mercoledì 14 luglio 2021

⛵️#DiarioDiBordo | Aggiornamenti, vittorie e storie in corso.

L'ultimo post risale al 21 maggio. Nel frattempo sono morta? A tratti, come nelle conversazioni in alfabeto Morse. Mi spiace davvero non pubblicare con regolarità, ma è un periodo di grossi sconvolgimenti e mi ritrovo immersa più nella vita quotidiana che in quella digitale. Ricorda, però, che quando non mi leggi qui puoi recuperarmi sui social. Non è difficile che, trattandosi di piattaforme di condivisione più istantanee, riesca a garantirti apparizioni più consistenti. 

Sono successe anche un sacco di cose bellerrime. Ho aperto un nuovo GDL, su Telegram, e a giugno abbiamo letto La Chimera di Praga della Taylor, nella sfavillante ristampa per il decennale a opera della Fazi (tra poco sarà lo stesso per Il Circo della Notte della Morgenstern; 17 luglio, se non sbaglio). Avevamo fissato una live di discussione finale ma è saltata come un mortaretto. Vediamo di riuscire a organizzarci entro il mese. Ad agosto ci avventureremo tra le pagine di un'altra storia. Se sei curioso di scoprire quale e vuoi dare il tuo contributo votando il titolo che ti piacerebbe "vincesse", fai ancora in tempo. Unisciti alla ciurma; l'unico requisito richiesto dal regolamento di bordo è portarti dietro un paio di bottiglie di rum. 

Qualche settimana fa ho ricevuto una mail dallo staff del Master in Editoria e Booktelling dell'Università Cattolica del Sacro Cuore che mi invitava a partecipare al primo Forum Nazionale dei BookInfluencer, un evento dedicato al futuro della divulgazione letteraria nel digitale.
Bello nella forma (la location scelta è stata la prestigiosa Villa Mazzotti a Chiari) e ricco nei contenuti. Tanti gli spunti di riflessione, tanti gli ospiti coinvolti ad argomentarli: "Matteo Biagi (insegnante e curatore del sito Qualcunoconcuicorrere.org, animato da ragazzi tra i 12 e 23 anni), David Frati (direttore di Mangialibri.com), Giovanna Burzio, (curatrice di Bookinfluencer. Chi parla di libri e dove trovarli, La Corte editore), Giulia Fossati (digital PR di GEMS Gruppo Editoriale Mauri Spagnol) e Stefania Soma, nota in rete come “Petunia Ollister”."

mercoledì 10 marzo 2021

🚫 VOLEVO CHIUDERE IL CANALE YOUTUBE 🚫

Rimettiamoci davanti a una videocamera, va.
Anche in mezzo alle tempeste più buie (sebbene lo avessi già accennato nell'ultimo post).

venerdì 8 gennaio 2021

L'amore è una bussola (e il dolore davvero una cosa con le piume)

Io questa storia te la racconto. Non perché voglia spiattellare i miei problemi ai venti né per conquistare la tua compassione, ma piuttosto perché potresti sentirla amica, viverne una simile, ricavarne un motivo di conforto. Chi può dirlo cosa siano capaci di fare le condivisioni. 

Il mio 2021 è iniziato con una sfida, di quelle che la vita ti schianta addosso al suono tonante di una frusta, o sei dentro o sei fuori. Dopo una serie di accertamenti, alla sister è stata trovata una malformazione intramuscolare alla gamba destra. Le causa dolore, e incertezza, perché la sua natura è ancora un mistero da decifrare. Continuiamo ad ascoltare il parere di medici e specialisti e, con tutta probabilità, sabato giungeremo a una diagnosi definitiva, capendo in quale direzione muoverci per trattarla. Nel frattempo, le ha simpaticamente dato un nome: Norberto. Visto che è lì nel suo corpo, meglio parlarci, scambiare due chiacchiere e, perché no, sancire un'alleanza. Nessun vincitore, ciascuno ci guadagna qualcosa. Sei d'accordo?

venerdì 31 gennaio 2020

❤️DEDICATO A TE (c'è qualcosa che devi proprio sapere)

Non è uno scherzo. C'è davvero qualcosa che devi sapere, amico lettore, e te la voglio raccontare in un video che ho impiegato tantissimo tempo a registrare perché molestata da dubbi e paranoie (vedi, ogni tanto continuo a cascarci ancora).
Alla fine, però, ho smesso di arrovellarmi ed eccolo qui.

domenica 26 maggio 2019

I libri. Ne vale ancora la pena?

Sono tanti gli elementi che stridono con l'immaginario classico legato al mestiere del libraio e, facendo due calcoli, salta fuori un bel groviglio di riflessioni.
Ma cosa ti aspettavi?, direte voi. Siamo nel 2019, abbiamo colonizzato la rete, godiamo di un intrattenimento h24 libero e variegato — e spesso destrutturante — e la formula magica che apre la cave of wonder sembra essere connessione, condivisione, commercializzazione.
Eppure, com'è possibile che l'ordine naturale degli interessi e delle prospettive sia cambiato all'improvviso? È per forza così che deve andare?



Questo libro non è per te.
Una provocazione lanciata nell'aria che diveniva scintilla di curiosità — e anche un po’ bramosia. Succedeva solo una decina di anni fa e il lettore non poteva saperlo, ma era già in trappola e finiva per cedere alla tentazione di inoltrarsi tra le pagine, un po’ per dimostrare il suo coraggio e un po’ per sperimentare il fascino del pericolo che poteva nascondersi tra una riga d'inchiostro e l'altra.
Si lasciava sedurre, era pronto ad affidarsi all'autore e all'avventura che gli prometteva, sapendo, inoltre, che la sua fiducia sarebbe stata generosamente ricompensata.
Andava a incastrarsi, insomma, nell'intersezione esatta tra realtà e finzione e si abbandonava alla meraviglia.

L'incipit de La Storia Infinita, romanzo long-seller del tedesco Michael Ende, è uno dei più ripercorsi e amati, e questo perché l'incontro tra Bastiano e l'ambiguo bibliotecario traduce sapientemente il senso profondo e indistruttibile dell'eredità del libro, custode del tempo e dello spazio, di epoche ed esistenze. Un senso e un dono di arricchimento e di crescita, che oggi, ahimè, non trova più terreno fertile e attecchisce con estrema fatica nei cuori di pochi sopravvissuti.

Sottrarsi alla malia del progresso tecnologico, certo, non è affatto semplice, complice soprattutto il flusso ininterrotto di informazioni che bombarda la nostra quotidianità e che non ci consente di separare i dati buoni da quelli tossici, né tantomeno di guarire il livello di stress e di agitazione emozionale.
Il risultato, tuttavia, è che questa frenesia di attività e pensieri ha trasformato la vita in un diversivo, alimentando la convinzione che non valga la pena godersela da dentro quanto piuttosto da fuori, schermando ogni sorta di autenticità, indipendenza e identità.

Allora perché perseverare nella lotta alla strenua difesa del libro?
Trovo che la storia raccontata dallo scrittore per bambini e ragazzi Mac Barnett racchiuda in sé la risposta più bella e più potente. La sola, a mio avviso, che incoraggi a resistere e a tenere alto il vessillo. 

Sei d'accordo anche tu?

mercoledì 31 ottobre 2018

) ◯ ( E Samhain sia! ) ◯ (

Zucche e zucchette, mele candite, candele guizzanti e dolciumi a volontà. Halloween del ludico, dello spaventoso e del macabro, della baldoria sfrenata e del vandalismo. Ma siamo sicuri che la notte del 31 ottobre sia questo e/o solo questo? Sempre più spesso ho l'impressione che, nel corso della storia, l'uomo abbia estrapolato e maneggiato usanze e credenze di culture diverse – antiche o moderne – per servire alla comunità un groviglio di confusione e inesattezze utili a separare, intimidire, persino odiare. È una faccenda trita e ritrita che ogni anno si ripresenta uguale e ancora più ostinata. È tempo di sciogliere tutte le nostre catene per ricominciare a sviluppare in autonomia pensiero, cuore e spirito. Scopriremmo, ad esempio, come Halloween sia in realtà la fine dell'estate, una specie di capodanno dove si rischiara la notte con canti, preghiere, banchetti assortiti e fiamme danzanti. Un momento di commemorazione e di condivisione durante il quale si apparecchia qualche posto a tavola per i cari defunti, si ringrazia per ogni istante trascorso assieme a loro e poi si lascia andare. Halloween è riconciliazione e cambiamento, non certo sacrifici e invocazioni maligne. Ma vai a dirlo in giro e continuerai a ottenere dissenso, e «finché c'è dissenso c'è "armonia"» (la qual cosa mette i brividi). Ecco perché ho deciso di vivere il mese in un ritiro interiore, dedicandomi agli eventi letterari che lo hanno arricchito di festa, e nel mentre preparandomi a varcare la soglia di questo passaggio trasformativo. Ecco perché il mio unico suggerimento per questa notte è di acuire il potere della percezione sottile che abita in noi per bere direttamente dalla luce delle stelle, guardiane di tutti i mondi possibili. Chissà che domani non accada qualcosa di… magico.
 

mercoledì 29 agosto 2018

🎂 Trent'anni anch'io. 🎂

Silente avrebbe manifestato il suo entusiasmo così.
Trent'anni non si compiono tutti i giorni. Fanno parte di quei momenti cruciali della vita davanti ai quali finisci sempre col sentirti un po' smarrito, inquieto ma anche segretamente felice.
Trent'anni hanno un suono rotondo, una dimensione sferica, danno una certa idea di equilibrio, di assennatezza ma forse, in fondo, ruggiscono feroci e fanno la rivoluzione più dei loro compari sbarbatelli.
Tra poco meno di un'ora saranno miei. I venti sono stati un'epoca straordinaria; diciamo pure (e senza alcun sarcasmo) l'epoca dei fallimenti, dei tentativi andati a male, delle incertezze e dei ripetuti sbagli. Insieme ai venti ho sperimentato, consolidato ma anche abbandonato. In cerca di qualcosa di migliore?, mi chiedo. Non so dirlo, però so che grazie a quei rovinosi ruzzoloni ho incontrato, capito, definito il futuro che desidero realizzare per la mia esistenza. Non ho sicurezza del tempo che mi sarà dato a disposizione (qualcuno sostiene che sia una risorsa illimitata, qualcuno è pronto a ribattere il contrario) né delle occasioni buone e/o cattive che mi si presenteranno. Prendere o lasciare, dolcezza, nessuna via di mezzo. Tuttavia, resta la convinzione dei sogni in cui credo e per i quali decido, ogni giorno con maggiore fiducia e maggiore speranza, di spendermi.
Sto leggendo un libro DIVINO che potrei consigliarvi già adesso ma di cui chiacchiereremo meglio in video. La sottile arte di fare quello che c***o di pare, di Mark Manson. Quest'uomo è un prodigio, amici. Fidatevi. Insomma in questo libro c'è un passaggio che ho sottolineato fino a bucare la pagina. Recita così.

martedì 15 maggio 2018

Caro libro ti scrivo. Dialogo interiore sul futuro della lettura.


Sono un'anima romantica, e lo sapete già. Spesso e volentieri mi sento infestata da pensieri che osano dove la mente si paralizza o dove il cuore “si spaura” e che si arrischiano a navigare le acque limacciose di una malinconia atavica, originaria di chissà dove eppure così ben radicata.
Non è per rivangare il passato né per osteggiare il futuro, ma questo presente indigesto, a volte, mi trascina nel tormento e nell'angoscia di non poter più risalire, di rimanere intrappolata nei rigori di un sistema a circuito chiuso, senza via d'uscita né bocchettoni da cui prendere l'aria.
Che futuro ha il libro? Che futuro hanno i lettori?
Ieri si è conclusa la 31esima edizione del Salone del Libro di Torino che, come ogni anno, ha registrato un'affluenza da capogiro, tanto che nella giornata di sabato i tornelli sono rimasti blindati per un paio d'ore a causa del numero di visitatori che aveva raggiunto la capienza massima consentita dallo stabile. Uno scenario promettente, verrebbe da dire, specialmente perché i padiglioni erano gremiti di giovani, ma a conti fatti solo un evento circostanziato. Con tutta probabilità finirà che essere immortalati al Salone sarà considerata “tendenza” come il resto delle abitudini umane.
Non lo so amici, ma quelle che un tempo erano le mie incrollabili certezze iniziano a vacillare.

venerdì 8 dicembre 2017

E M'innamorerai.

Una canzone nuda, disse Gino Paoli per presentare questo pezzo bellissimo – forse uno dei suoi più belli – che nell'occasione di quell'esibizione televisiva cantava in duetto con Giorgia.
Allora, ecco, un'Immacolata all'insegna dell'amore.

Ma poi, l'amore, che cos'è?

Ho finito Ogni storia è una storia d'amore di Alessandro D'Avenia, sua ultima fatica pubblicata per Mondadori, e ancora non ho voglia di parlarne in video. Di parlarne sì, però. A parole scritte.

Mi è piaciuto? Non come alcuni suoi lavori precedenti purtroppo. È da leggere? Ma certo.

Negli anni trenta, Wystan Hugh Auden, poeta e narratore inglese, scrisse una delle poesie più sublimi ed esaustive per tentare di rispondere al sommo interrogativo: ma l'amore, che roba è?
La verità, tuttavia, forse sta in un'altra domanda: cosa possiamo saperne, noi, dell'amore?
È un bene che resti un mistero. L'arcano degli arcani, l'enigma più inestricabile a cui è impossibile resistere. Perché dobbiamo metterci a violarlo per leggerne le interiora? Amore è carne, ossa, spirito e mondo. Amore è ogni cosa vivente e non. È dramma e commedia, gentilezza e ingiuria. Che ci basti questo. Amore è tempesta, rapsodia, terrifica illusione o struggente magia. Perdizione e salvezza. Prende a schiaffi l'amore, ti riduce in poltiglia, ti spolpa e ti squarta, ti restituisce al rovescio, ma pure ti espande, è dilatazione organica, propulsione sensoriale. E potrei continuare, ma sarebbe l'infinito e l'infinito non si può contenere in niente che sia materia né che abbia limite.

Ogni storia è una storia d'amore è stata una lettura di contrasti e forze avverse.
La partenza è stata fulgida e appassionante, vi ho ritrovato la voce affabile e profondamente armonica dell'autore, ma poi… Poi dov'è che sono caduta?
Il gomitolo rosso che regge le fila e “i fili” dell'impegnata conversazione a un certo punto si ingarbuglia troppo per poterne recuperare la direzione.
E vi ho fiutato come un'indecisione, una paura gravida, una tormentata regressione. Ho visto le parole flettersi e le ho udite scricchiolare.
Magnifiche le citazioni, gli spunti letterari e la guida bibliografica, ma più procedevo e più insisteva una sensazione rapace e predatoria che non voleva andar via. Che si sia intromessa la Musa anche durante la mia lettura? Ma la colpa è sua davvero?

Devo riflettere, su molte cose, e prendermi tempo.
Non un brutto libro, sia chiaro. La prosa è sempre vincente, intrisa di un lirismo che riesce a incatenarmi – anche se in alcuni racconti un tantino forzato – e di una bellezza che irradia luce. Però, un libro confuso.

Magari avrò bisogno di rileggerlo per assistere a schiarite.
Di sicuro mi ha insegnato a vivere l'amore nudo, proprio come diceva il grande cantautore italiano.
 

venerdì 6 ottobre 2017

♥ POESIE RECITATE | Le mie preferite.♥

Giornata di pulizie oggi, ergo giornata di croce e delizia.
L'oggetto del rassetto: la libreria. O meglio, le librerie, perché oramai non si contano più. Mi circondano ovunque, sono riuscita a ricavare spazi e vuoti anche dove non era possibile immaginarseli. 
Rincorsa dai rimbrotti della mamma e dagli spergiuri della sorella per via dei troppi soldi spesi e dei troppi libri ancora vergini, mai sfiorati, mai nemmeno guardati, ho resistito, sebbene il cuore si facesse mano a mano sempre più contratto. Per ogni volume riposto, un pianto muto di incredulo dispiacere. Il disagio insiste, anche quando sono convinta di essermene liberata. Acquisto senza controllo e trascuro il tesoro che già possiedo, come se in realtà mi mancasse ancora qualcosa.
Non è mai abbastanza. Mai. Di niente. Così prometto: non si compra finché non si saranno smaltiti un bel po’ di titoli. Seriamente.E come per sigillare il patto, mi servo e mi asservisco alle poesie recitate ad alta voce che più amo.
Di quelle che viaggiano nel vento, intessute della più soave eternità.

lunedì 21 agosto 2017

✨ La voce segreta dei libri. Il Rifugio, di W. Paul Young✨

Il nostro radioso William Paul Young
Forse ve ne ho già parlato o forse soltanto accennato. Be’, la questione è che non è bastato. Sento di dover condividere ancora qualcosa di questa storia.
Il romanzo è uscito in Italia per la Rizzoli un bel po’ di anni fa, ma è destinato ad attirare nuovamente attenzione. L'anno prossimo, precisamente, a marzo. L'autore canadese lo ha scritto sotto l'influsso di un'ispirazione davvero particolare, reduce da un'esperienza intima e profonda con quegli argomenti di cui ci vergogniamo o a cui affidiamo deliberatamente il potere di atterrirci. W. Paul Young non si è lasciato intimorire, invece, e ha proseguito lungo il sentiero fitto e inesplorato della sua intuizione. Una volta terminato, il manoscritto ha ricevuto la bellezza del 100 percento dei rifiuti da parte degli editori a cui era stato proposto, ma ciò non ha svilito la determinazione dell'autore, che ha pensato di auto-pubblicarlo su una generica piattaforma adibita al servizio.
Volete sapere com'è andata a finire? La storia ha conquistato il web, ha fatto il giro del mondo collezionando lettori grati e commossi e ha convinto l'editoria a regalargli una forma cartacea. Un successo.
Mi dispiace solo rinvenire tesori di questo tipo soltanto dopo averne scoperto un prossimo adattamento cinematografico; questa distrazione mi induce a credere di dover tornare ad addestrare il mio fiuto da Book Raider, di mettere più passione e attenzione nella ricerca. Perché, e questo ve l'ho ripetuto un mucchio di volte, ci sono libri che non amano fare rumore. Arrivano quatti, con passo felpato, e vanno a nascondersi fino a quando non saranno ritrovati, o liberati.
Il Rifugio è uno di quelli. E io non riesco a metterlo giù.

sabato 29 luglio 2017

Parlano di me, dicono di te. Quando il silenzio è amore.

Ascoltavo Giorgia e la sua Oronero combattente. Guardavo un video bellissimo sulla professionalità e l'umanità del cuore intelligente di Patrizio Paolettiun uomo che dovreste proprio concedervi la possibilità di conosceree mi frullavano domande. Mi rullava il cervello, come la grancassa di un tamburo, il timpano di una campana suonata a miglia e miglia di distanza, eppure così intima e personale.
Domande sul mondo, domande su di noi, su di voi, domande su di te.
Domande su di me.
C'è parecchio rumore là fuori, ogni tanto me ne resto a sentire. Differenzio le voci nel chiasso del lunedì mattina, raffino la melodia dell'aria e la accordo alle sintonie del cuore, che vibrano a un'altitudine potente e intonano la sinfonia creatrice della vita.
Dicono parecchie cose là fuori, ogni tanto me ne resto a sentire. Le parole riempiono tutti gli spazi, rimbalzano, tuonano, volteggiano, inchiodano. Nascono, passano e muoiono come code di comete. Cadono come stelle finite, complete di esperienze, o rimangono appigliate al cielo delle labbra. Ed è difficile disfarsene, per qualcuno persino impossibile. Ma a cosa serviranno poi, tutte queste parole? Qual è il loro peso, la loro unità di misura? Leggerezza o consapevolezza?
C'è da rannicchiarsi nella conchiglia del silenzio per rispondersi e tornare, così, all'amore originario e originale. Alla versione inedita, più vera e migliore di sé. 

Un post senza libri ma con una storia dentro. Per condividere la vita e parteciparla
Buon sabato pomeriggio amici miei.

venerdì 26 maggio 2017

Letture che si affacciano alla vita e riempiono mancanze.

Buongiorno amici lettori. In questi giorni sono in vena di comunicazioni brevi, allora eccomi ad aggiornarvi delle mie letture in corso. Ieri ho iniziato un romanzo che mi si è scaraventato addosso rimproverando il mio passo stanco, il mio umore lento, il cuore troppo affaccendato. Si è introdotto neanche tanto furtivamente attraccando al porto di quella tristezza crepuscolare che scandisce i battiti, i fiati, gli impulsi dei pensieri e non va via. Lascia orme permanenti come per sigillare un accordo di pacifica alleanza, di reciproca resistenza alle cose. Mi sta bene, purché non sia una trappola e non cominci a dilagare nel verso inesorabile che prendono gli eventi quando si fanno ostinati. Spero comunque in una convivenza di rispetto. 
Il libro in questione ha per titolo il verso (il primo, a essere precisi) di un componimento. Se mi tornassi questa sera accanto, scritto da Carmen Pellegrino. Ti suona nelle orecchie che stanno inabissate dentro, riverbera come un'annunciazione, un'epifania a scatola chiusa, sovrana di tutto il silenzio e di tutto il rumore. Ti fidi e ti affidi al suo significato brado, quello primitivo che non richiede il dispendio di congetture ed esegesi cliniche, e ne apri il principio. Lo schiudi, come il guscio di una creatura maturata abbastanza per fissare la luce del mondo. E funziona come uno splendido imprevisto, come un incontro improbabile e risolutore. Scopri la frangibilità della bellezza, persino di quella che credevi più pura, e impari a riconoscerne e ad adularne le forme autentiche, che periscono nella materialità della loro estetica ma che hanno il potere di reincarnarsi all'infinito nell'immaterialità dell'aria, dei ricordi, degli orizzonti celesti. Scopri, insomma, che la bellezza vera predilige i luoghi imbattuti, nascosti, che vanno scavati. 
La storia è semplice eppure divina. Si snoda lungo i bordi di una famiglia dagli affetti in decadenza, dove ciascuno lotta e ciascuno soffre, ciascuno soccombe e ciascuno si oppone. La memoria di Giosuè, padre devoto all'ideale di una società dell'ignoto immune alle convenzioni e agli abusi espressivi, scorre attraverso le acque del fiumeterra, così lo chiama, e si abbandona ai moti incessanti dei sentimenti con una frequentazione assidua, cadenzata, puntualissima. Perché quando la vita toglie il terreno sotto i piedi ci si appiglia dove si può per colmare le assenze e ricucire gli strappi, prostrandosi dinnanzi alle colpe senza imboccare più scorciatoie, supplicando la liberazione da ogni male, convincendosi ancora di una salvezza meritata nonostante tutto. E il canto viene fuori impetuoso, selvaggio, imbevuto d'amore. Ma anche sommesso e languido, sul punto di incrinarsi. Antico come le cose perdute. 
Se ne leggono pochi di libri così attenti e così intensi. Assumono quasi le sembianze di un mausoleo della speranza, un tempio dove le preghiere si elevano alle parole e al loro senso intimo. Anche se poi tutto finisce. 

giovedì 25 maggio 2017

Brindo a te, Anna Shirley Cuthbert.

La locandina della serie-Tv
ispirata al personaggio di Anna.
Questo è un post desueto, di quelli che arrivano alla sera, sul fare delle emozioni notturne. È un post, insomma, della chiacchiera vagante, dei pensieri allo sbaraglio, delle ispirazioni a lamponi di genio, come direbbe il mio amico GGG
Ho una nuova amica. Il suo nome è Anna Shirley Cuthbert ed è la ragazzina più sveglia, intelligente e creativa che mi sia mai capitato di incontrare.
Sua madre, Lucy Maud Montgomery, pubblicò per la prima volta la sua storia nel 1908 e io – che sciocca! – ne avevo conosciuto soltanto la celebre e angosciosa versione anime. D'altra parte è vero anche che le scoperte non giungono mai rispettando una tabella di marcia bensì quando è il cuore – o l'istinto – a dettarne la necessità. Quindi sono felice che tu ti sia presentata proprio adesso, Anna, perché, nemmeno a farlo di proposito, mi serviva qualcuno che mi raddrizzasse la rotta. Recupererò tutte le sue avventure, promesso, e proverò a perdermi un po’ di più anch'io negli spazi dell'immaginazione, ovunque possa essercene possibilità.
Sarò feconda di parole, ne avrò cura e istruirò la mente all'arguzia e all'indipendenza di pensiero, perché, vedi Anna, mi stai riportando a un insegnamento fondamentale e forse sepolto chissà dove: Ridete dei vostri errori ma imparate da essi, scherzate sui vostri problemi ma traetene forza, fatevi beffe delle difficoltà ma superatele.
Levo il calice della vita assai in alto, allora. E brindo. Brindo a te e al nostro splendido inizio.

martedì 9 maggio 2017

Quei titoli che ti ronzano nelle orecchie. Le novità più luminose.

Lo avete letto?
In questi giorni mi è tornato alla mente il titolo di un celebre romanzo divenuto anche film. Un giorno questo dolore ti sarà utile, di Peter Cameron. Mi è tornato alla mente come fanno alcune mosche in estate, ronzandomi attorno senza darmi tregua, fiutando, forse, il sangue dolce-amaro della mia vita. Sebbene l'insistenza molesta, però, ho deciso di tenerlo. Anzi, di trattenerlo, nella speranza di cavare il senso della sua visita inattesa. Non si può parlare di ospiti indesiderati perché queste intuizioni hanno sempre un qualcosa di fascinoso dentro e si finisce per amarle; tuttavia, quell'arrovellarsi impaziente prosciuga nel silenzio e ci svuota del nostro riempimento. Sembra di uscirne sconfitti e invece si rimane con una sola risposta addosso, quella che conta. Quella che risolve l'enigma dei fatti. Un giorno questo dolore ti sarà utile. È così che risuona il mantra di una nuova fede, il ritornello di una promessa di felicità, la formula di un agognato lieto fine. O di un lieto inizio.

Allora non abbiate paura, amici lettori. Incassiamolo per intero questo dolore e cantiamolo a voce alta, a voce rotta, a voce timida, tremula, festosa. Più forte ancora. Con tutto il fiato che ci alita in gola. Perché è di questo che profuma la libertà. 

Poi, vabbe’, le nostre anime sognanti ricevono un addestramento speciale, quello dei nostri fedeli e sempiterni libri, e dunque di cosa preoccuparsi? 

Prendiamoci un respiro, assentiamoci per pochi, riparatori attimi dalla realtà assediante. Viaggiamo nell'universo delle novità letterarie che hanno abbellito e abbelliranno gli scaffali delle nostre librerie ed esultiamo.

venerdì 20 gennaio 2017

Rughe, arance e zombie. Ultime letture e un pensiero d'amore in mezzo al dolore.

Buondì amici lettori, e buon venerdì. Anche questa settimana tanto terrore nel centro Italia, là dove la terra non smette di sobbalzare, intenta forse a rimetterci in riga come meglio le riesce. Anzi, nell'unico modo a lei possibile. La tragica realtà è che in questa sua dissennata protesta ci finiscono in mezzo vite e vite umane che non torneranno mai più indietro. Non in questo Tempo, almeno. È probabile che le mie considerazioni saranno fraintese, ma trovo ingiusto e del tutto irresponsabile starsene a guardare. Assistere al declino di un'umanità bella che disponeva dei mezzi e delle virtù per portare a compimento il miracolo dell'esistenza. Cos'è che ci mancava, ve lo siete mai chiesto? Quand'è che abbiamo cominciato a dimenticarci del cuore? Quand'è che abbiamo perso le parole per elevare la nostra perpetua gratitudine? Quand'è che abbiamo preferito le bussole alle stelle? Ah, non faccio che domandarmelo. Giorno e notte, senza tregua. Mi inganna quell'ego smisurato a cui ho permesso di abitarmi. Mi convince che non vi sia nient'altro da fare che restare esattamente dove sono. Quanto si sbaglia… Riesco ancora a percepire l'eco di una voce che intona il suo urlo di battaglia da quel muscolo cardiaco che è la vera e sola nostra origine. Così, mentre il dolore per chi giace ancora sepolto sotto la slavina franata sull'Hotel Rigopiano mi sopprimeva, ho sperato (e pregato) di ricevere una risposta. Una sarebbe andata bene, per rischiarare il buio che negli ultimi anni divora il nostro quotidiano e inferisce su un presente che lentamente muore. Non ho mai dubitato sulla fede che mi ha accompagnato fino a qui e, infatti, la risposta mi è stata recapitata. Ieri sera, a cena, mentre eravamo tutti riuniti a tavola. Con un film.

mercoledì 18 gennaio 2017

Le notti bianche di Anita (e di Dostoevskij) e gli angeli dannati di Fallen.


Buondì amici lettori
Se la febbre non è troppo alta e non si è in preda ai vaneggiamenti, avere l'influenza può rivelarsi assai utile. Si possono spendere intere ore sotto involti di calde coperte e perdersi in fantasticherie con i propri romanzi preferiti, oppure approfittarne per scoprirne di nuovi. Per esempio, io mi sono concessa una lettura breve che ha saputo stravolgermi dentro in modi impensabili e che mi ha tolto il sonno e la quiete. Mai avrei immaginato di innamorarmene così in profondità. Certe storie, voi lo sapete bene, dovrebbero recare un'avvertenza in copertina: per spiriti forti, indomiti, appassionati e invulnerabili. Anche se poi, si sa, l'attrazione del proibito è difficile da controllare.

martedì 27 dicembre 2016

I soliti auguri, più un piccolo invito.

Un post assai breve solo per darvi qualche comunicazione.
Buon Natale, anche se trascorso già da due giorni, e felici feste a tutti voiÈ quasi certo che le attività qui riprenderanno il loro corso abituale a partire dal primo di gennaio
Giorni frenetici, impegnati e impegnativi, familiari e anche un tantino calorici. Però è quello che ci aspettiamo, quindi inutile fingere di meravigliarsi né tantomeno di lamentarci. Ci piace. Anzi, non vediamo l'ora di abbuffarci. Basta prendersi in giro. Se siamo stanchi dei grandi disastri globali allora cominciamo a praticare l'onestà da queste piccole cose. Come ha esortato Papa Francesco nell'omelia natalizia — ed è un concetto applicabile indipendentemente dalle religioni di appartenenza — perché ci sia il cambiamento vero bisogna tornare ad amare e coltivare la grandezza della piccolezza
Non ho da aggiungere altro. 

venerdì 25 novembre 2016

Donne che odiano gli uomini? O forse, semplicemente DONNE.

Uno scatto che mi ritrae insieme
a una delle orme che hanno tempestato
il pavimento della Biblioteca Provinciale di Brindisi
Buon pomeriggio amici booklovers, e ben trovati.
Settimana di preparativi, di frenesie e andirivieni senza mai uno stop. Ieri in biblioteca, come volontari del SCN 2016, abbiamo elaborato un percorso di cartelloni segnaletici, piedini di cartoncino rosso e citazioni miste dedicati alla giornata di oggi, 25 novembre internazionale contro la violenza sulle donne. Un'esperienza di condivisione e riflessione collettiva, dove ciascuno ha lasciato che i pensieri scorressero, senza vergogna alcuna o ritrosie emotive di altro genere. Ci siamo sentiti partecipi di un progetto comunitario che investe il mondo tutto e che ancora affronta le sue dure e sanguinose battaglie. Tuttavia, se da una parte me ne sono fatta carico fisico e psicologico, tornando a casa con gli occhi imperlati e lo stomaco annodato, dall'altra mi è venuto da chiedermi se sia poi così giusto ricordarsene per un giorno soltanto. Un po’ come accade con tutte le altre ricorrenze istituzionali, insomma, o comunque tradizionali. 
Ebbene, ritengo che la donna non abbia bisogno di date pretestuose da segnare sul calendario per difendere la propria libertà, dignità, unicità. La sua vita – come quella di tutti gli esseri sulla Terra – va onorata e rispettata in modo sacrosanto ogni giorno, ogni istante di questo esistere indecifrabile eppure così prodigioso. Ed è sì importante specificarne i drammi, i contesti difficili, le sofferenze consumate, le pressioni e le limitazioni esercitate sulle loro menti pensanti, le lacrime che si sono mescolate al sangue e ai lividi del corpo e del cuore, ma sono convinta anche che sia altrettanto fondamentale parlare della forza, del coraggio, della fede, della tenacia, della creatività che le contraddistinguono. Che ci contraddistinguono. Perché è proprio grazie alla valorosa lotta che ci ha viste protagoniste che abbiamo saputo sostenerci nello spazio e nel tempo, e passarci quindi il testimone.
L'eredità della donna sta in tutte le cose di questo mondo, dalla spiccata sensibilità che deriva dal nostro potere di farci casa e guscio per una nuova vita, all'intelligenza dei sentimenti, dal volume amplificato, che percepiscono sfumature infinitesimali in un singolo e minuscolo respiro. 
Quindi ecco alcuni consigli letterari che desidero offrirvi per permettervi di conoscere più in profondità il mio punto di vista e ricavarne, chissà, qualche buono spunto di confronto. 
Magari una vera e propria rivoluzione ideologica.