![]() |
Il nostro radioso William Paul Young |
Forse ve ne ho già parlato o forse soltanto accennato. Be’, la questione è che non è bastato. Sento di dover condividere ancora qualcosa di questa storia.
Il romanzo è uscito in Italia per la Rizzoli un bel po’ di anni fa, ma è destinato ad attirare nuovamente attenzione. L'anno prossimo, precisamente, a marzo. L'autore canadese lo ha scritto sotto l'influsso di un'ispirazione davvero particolare, reduce da un'esperienza intima e profonda con quegli argomenti di cui ci vergogniamo o a cui affidiamo deliberatamente il potere di atterrirci. W. Paul Young non si è lasciato intimorire, invece, e ha proseguito lungo il sentiero fitto e inesplorato della sua intuizione. Una volta terminato, il manoscritto ha ricevuto la bellezza del 100 percento dei rifiuti da parte degli editori a cui era stato proposto, ma ciò non ha svilito la determinazione dell'autore, che ha pensato di auto-pubblicarlo su una generica piattaforma adibita al servizio.
Volete sapere com'è andata a finire? La storia ha conquistato il web, ha fatto il giro del mondo collezionando lettori grati e commossi e ha convinto l'editoria a regalargli una forma cartacea. Un successo.
Mi dispiace solo rinvenire tesori di questo tipo soltanto dopo averne scoperto un prossimo adattamento cinematografico; questa distrazione mi induce a credere di dover tornare ad addestrare il mio fiuto da Book Raider, di mettere più passione e attenzione nella ricerca. Perché, e questo ve l'ho ripetuto un mucchio di volte, ci sono libri che non amano fare rumore. Arrivano quatti, con passo felpato, e vanno a nascondersi fino a quando non saranno ritrovati, o liberati.
Il Rifugio è uno di quelli. E io non riesco a metterlo giù.